Ricordi in Bianco e Nero
copertina catalogo in mostra



MOSTRA ITINERANTE IN GRECIA

11 luglio 2015 - Lepanto Prima mostra

Ricordi in bianco e nero : racconti di vita
Margherita Bovicelli
Il “no”, l’”oxi” di Metaxà è un simbolo che si festeggia ancora oggi in grecia ogni 28 ottobre. La campagna italiana in Grecia è durata 6 mesi. L’unica cosa che ha funzionato alla perfezione è stata la creazione delle false prove indispensabili per determinare il “casus belli”. Tutto il resto, condizioni metereologiche comprese, sarà un disastro per gli italiani. Migliaia e migliaia di giovani coraggiosi moriranno vittime della superficialità, dell’arroganza, dell’ignoranza dei gerarchi del regime di Mussolini. La passeggiata per “spezzare le reni alla Grecia” sarà l’inizio delle fine. Oltre alla storia ufficiale c’è un’altra storia che parla di ogni singola persona, dell’esperienza di ogni semplice individuo che, nelle condizioni disumane della guerra, si trova ad agire. Questo lavoro si occupa e mette in luce quelle semplici persone e alcuni di quei piccoli fatti che meritano di essere ricordati per quello che rappresentano. Tutto è cominciato dalla storia di Guido che si è nascosto ad Agrapidokamps negli anni dal 1943 al 1945. Guido che era un artista scalpellino, ha lasciato tracce indelebili nei paesi che lo ospitavano. Per sdebitarsi, oltre ai lavori agricoli, andava a cavare la pietra e realizzava opere che tutt’oggi sono presenti e amate dagli abitanti. Il teblo di una chiesa, il campanile di un’altra, tavoli, scale, tombe. Mi contatta L’amico Atanassios Adamopulos originario di Agrapidokampo (oggi nel comune di Lepanto) vive da tanto tempo in Canada ma ogni anno torna nella sua amata Grecia e partecipa attivamente alle attività culturali della zona. L’idea iniziale è di rintracciare Guido o suoi familiari per fare una cerimonia in suo ricordo. Di Guido si sa davvero poco. Ha lasciato opere importanti dietro di sé ma non se ne conosce il cognome. Durante le ricerche, contattando associazioni e persone che hanno raccolto testimonianze di quel periodo, mi cresce nel cuore il desiderio di fare qualcosa per dare voce a tutte queste persone. Guido non si trova ma si scoprono una quantità incredibile di uomini e donne che straripano dalla voglia di raccontare: “…Anche in casa mia abbiamo nascosto un italiano, si chiamava Vincenzo… Io mi ricordo di Mario che mi dava da mangiare quello che poteva… Parlando con mia madre gravemente ammalata ho scoperto che Angelo, l’italiano nascosto a casa dei miei nonni, doveva essere stato molto importante per lei…”. Tutti parlano con grande emozione e gratitudine per quei momenti di umanità che leniscono ferite mai rimarginate. Anche io mi ricordo dei racconti di mio padre. Era a Lepanto e poi a Messolongi. La malaria e la fame lo avevano ridotto in fin di vita. Le cure di una famiglia, un po’ di brodo, qualche boccone di pollo, gli hanno ridato la forza di continuare a vivere. Sono storie di nulla, piccoli episodi, momenti di quotidianità dove le persone, non per una tregua o un armistizio, ma solo per il fatto di appartenere al genere umano non si accorgono delle divise, si scordano delle armi e tendono la mano per solidarietà, amicizia, amore. Piccole storie di nulla importanti come gemme su un ramo secco quando ancora tutto intorno sembra inverno pieno. Tutto il mio desiderio di far qualcosa non avrebbe avuto seguito senza l’incoraggiamento di Franco Murer. La sua energia è contagiosa. La generosità con cui regala il suo talento quando c’è qualcosa di buono da fare è importante come quei piatti di minestra che hanno ridato a mio padre la forza di vivere. Si farà una mostra, il Maestro regalerà un bassorilievo da mettere ad Agrapidokambo in ricordo dello scalpellino italiano. Oggi è il 10 di maggio, io vivo in Grecia. Il tempo è splendido ma il cuore non si scalda quando ogni volta che ci si affaccia al balcone si vede qualcuno che cerca tra la spazzatura qualcosa da indossare; un pezzetto di metallo da vendere; forse, anche qualcosa da mangiare. Capita di vedere gente che si conosce, che fino a ieri lavorava: una famiglia, i figli, il desiderio di un futuro migliore per loro. E’ durissima ma c’è Andrea Papadatos il giovane ceramista che si offre di realizzare un’opera per uno dei paesi che hanno aspitato Guido. C’è Takis Kazulidis, il maestro incisore Takis Kazulidis che ci offre una testimonianza e due sue opere da aggiungere alla mostra. C’è Lina Kamarinopoulou che lavora anche la notte per fare le traduzioni. C’è Andrea Bris raccoglie elementi e testimonianze. C’è Enzo a Leros, Gianni a Volos, Labros a Lepanto. Piccoli gesti importanti come gemme su un ramo secco quando tutto intorno sembra inverno pieno.


Esterno chiesetta Alpina
Inizio lavori

Franco Murer all'inerno della chiesetta mentre lavora
Franco Murer al lavoro

Franco Murer mentre dipinge


Franco Murer all'inerno della chiesetta mentre lavora
Tavolozza
Inaugurazione
al microfono Elsa Marchiori e
il Coro Val Biois

Lavoro terminato
Lavoro interno capitello
Via Crucis da collocare
capitello terminato
Franco Murer con Luca Luchetta
Inaugurazione
Esterno chiesetta Alpina