Augusto Murer e Franco Murer rappresentano due generazioni di un Veneto capace di esprimere un sentiero artistico alto e vivace. La fisicità materica che dalle sculture trova corpo nei chiaroscuro dei disegni di Augusto agisce in reazione organica nella luminosità impastata di luce, nei corpi affusolati, nell'equilibrio delle tele di Franco. E in questo gioco di antinomie sta il fascino stimolante di questa mostra, che unisce il buio della miniera alla luminosa armonia razionale dell'opera mozartiana: il peso del lavoro che entra nei polmoni si staglia sulla levità degli amori, la durezza delle rughe e dei corpi contrasta con le forme sinuose di ninfe e fauni, il nero dell'inferno nelle viscere della terra dà risalto ai colori lucenti di un Eden pastorale.
Crediamo davvero che la presenza di queste opere nelle sale del'ex macello offra a Dolo e alla Riviera del Brenta un'occasione preziosa per incontrare due artisti che - su due partiture differenti, che danno risalto anche alla distanza generazionale - hanno segnato il panorama artistico del Veneto nella seconda metà del Novecento.
Vogliamo ringraziare Franco Murer per aver accolto il nostro invito e tutte le persone che hanno contribuito, con il proprio contributo, con il proprio impegno e con il lavoro, alla realizzazione di questa mostra a Dolo.